a cura di roberta genova
La città infinita è una perfomance di gioco costruttivo, un evento ludico e creativo per rilanciare un dialogo comune sul tema della città e coinvolgere le nuove generazioni alla reinvenzione dei propri spazi urbani.
Case, teatri, planetari, musei, aeroporti, stadi di calcio, biblioteche, fattorie, parchi divertimento: con semplici pezzi di gioco e l’inventiva dei bambini è possibile costruire di tutto: la propria abitazione o grandi opere pubbliche e soprattutto strade che collegano e permettono l’incontro e lo scambio di idee fra i partecipanti, innescando un gioco potenzialmente infinito.
E’ per questo una performance partecipata, un lavoro collettivo che prende forma dinamicamente grazie alla cooperazione tra tutti: bambini, ragazzi e adulti collaborano insieme alla costruzione della propria città ideale, secondo le aspirazioni e le competenze di ognuno.
L’interazione di “grandi” con i bimbi da luogo a performance molto emozionanti, mettendo in atto la cooperazione e lo scambio di idee: la creatività dei bambini supportata dalle abilità degli adulti può dar luogo a progetti architettonici e installazioni artistiche di forte impatto scenico.
La città infinita è un gioco sostenibile: il materiale costruttivo, i “mattoni” a disposizione dei partecipanti per costruire la città sono esclusivamente scarti aziendali. Scarti speciali, semilavorati e prodotti non finiti, poco condizionati da usi e significati precedenti e che si offrono alla libera interpretazione dei partecipanti al gioco.
Sono prevalentemente oggetti in legno, molto rifiniti e piacevoli al tatto, di tantissime forme e dimensioni. La ricca varietà dei pezzi ha un ruolo importante nel gioco aumentando le potenzialità di incastri e combinazioni, alimentando la fantasia e l’immaginazione progettuale.
La performance mostra concretamente che attraverso un gioco lo scarto può diventare risorsa, trovare nuova vita e nuove funzioni. E in particolare sono bambini e ragazzi naturalmente portati a confrontarsi con l’esperienza senza condizionamenti, vivendo in modo empatico ed emozionale il loro contatto con gli oggetti e con le trasformazioni di senso che essi stessi saranno in grado di suggerire.
Utilizzando i linguaggi universali della creatività e della manualità, ogni gruppo di partecipanti modella la propria città infinita, dando vita ad un progetto unico e irripetibile.
Il lavoro creativo e cooperativo inizia a partire da un briefing sulle “regole del gioco”.
Ognuno inizia costruendo come primo nucleo architettonico la propria abitazione. Viene però suggerito che “attraverso strade, ponti, gallerie… i vicini di casa possono unire le loro case e incontrarsi”. Insieme, quindi, decidere quale opera pubblica costruire, una costruzione a servizio di tutti, un parco, un cinema, un teatro, una scuola, un ospedale.
La performance a questo punto evince il proprio valore cooperativo: la città diventa il luogo delle relazioni: ogni abitante si trova ad abitare vicino a qualcun altro, ognuno ha un vicino di casa da incontrare, con cui condivide una territorialità e con cui può iniziare a progettare un percorso costruttivo comune.
Non esiste mai l’identificazione in personaggi, la città è fatta di costruzioni e non di persone; i veri abitanti sono le persone che la costruiscono.
La città infinita è un nuovo modo di vivere le cose e incontrare gli altri, una proposta innovativa per progettare insieme un percorso comune, disinteressandosi del risultato finale ma affidandosi alle proprie intuizioni e alle proprie capacità per mettersi in gioco, in un gioco infinito.
Lo spazio della performance è semplice, essenziale, ma di altissimo impatto scenico.
Il “terreno” di lavoro della performance è delineato e circoscritto da vasche trasparenti, disposte in fila lungo il perimetro della sala e contenenti il materiale costruttivo, da 500 a 1000 kg di piccoli “mattoni”.
Elemento scenografico fondamentale sono “le luci della città”: un tubo di luci LED che si snoda lungo tutto il terreno di gioco, formando morbide curve e donando un’atmosfera magica allo spazio. Per consentire un più forte impatto visivo del “serpentone luminoso” lo spazio viene oscurato presentandosi semibuio all’arrivo e durante il lavoro dei partecipanti.
La performance è ulteriormente arricchita da un “contorno” musicale, dolce e forte che isola dai rumori esterni e invita al ritmo e alla concentrazione del lavoro.
La città infinita propone alcuni valori e principi:
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L’affermazione del diritto al gioco e della cittadinanza attiva.
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L’introduzione verso le nuove generazioni del tema della sostenibilità, anche attraverso l’uso di materiali di scarto.
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Il rilancio di un dialogo collettivo sui temi della città e degli spazi urbani, chiedendo in particolare il contributo progettuale di bambini e ragazzi.
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La sensibilizzazione dei giovani a pensarsi come primi cittadini, capaci di costruire, trasformare e vivere come protagonisti i propri ambienti sociali.
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Il coinvolgimento manuale, progettuale ed emotivo di tutti: non esiste un età specifica per giocare alla città infinita.
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L’incentivazione per la proposizione di giochi cooperativi, capaci di alimentare il dialogo e la messa in comune di saperi e competenze.